Due giorni fa, al cinema, ho visto un film: Viviane di Ronit Elkabetz e poi, lo stesso giorno, la sera a casa sul pc, ne ho visto un’altro: L’infedele di Liv Ullmann.
Due mondi lontanissimi, il primo ambientato in Israele, il secondo in Svezia ma un tema comune: il rapporto uomo-donna e una situazione di fondo, se pure direi opposta, con un denominatore comune: il senso di possesso del maschio sulla femmina.
Entrambe inquietanti e che inducono ad una medesima riflessione: quanta strada ancora dobbiamo compiere per arrivare alla “parità” intesa come libertà, autonomia di una dall’altro?